Mentre le amministrazioni locali fanno i conti con gli effetti possibili della decisione delle sez. Riunite della Corte dei conti che, nella delibera n. 20/2019, hanno negato l'ipotesi di una sorta di abrogazione implicita del pareggio rafforzato intervenuta con le norme degli ultimi due anni, emergono indiscrezioni su quanto prevederà la consueta circolare annuale sui vincoli di finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato, che dovrebbe chiarire che i vicoli della L. n. 243/2012 si applicheranno solo a livello di comparto e che i Comuni saranno tenuti solo a rispettare il pareggio "semplificato". Il rischio, infatti, è di frenare quella ripresa degli investimenti che nel 2019 è stata favorita proprio dalla revisione dei vincoli dei saldi di finanza pubblica.

Del tema si è discusso durante un seminario organizzato dall'Ifel per fare il punto sulle novità della manovra. A occupare la scena è stato anche il salva-Roma generalizzato che, nelle intenzioni di sindaci e governo, dovrebbe dare una grossa mano ai conti di migliaia di Comuni perché, dalla ristrutturazione dei debiti comunali, con l'accollo allo Stato potrebbero arrivare risparmi per 800 milioni, che taglierebbero di oltre il 50% la spesa per interessi oggi sostenuta dai sindaci sui propri mutui. Questo calcolo, emerso dalle analisi proposte dall'Ifel nella giornata di approfondimento sulla manovra, si intreccia con le regole sulla ristrutturazione, scritte nel Milleproroghe, che stanno passando in queste ore l'esame in commissione Bilancio alla Camera, con le quali si vorrebbe provare a chiudere un problema strutturale dei conti locali. Il senso dell'operazione è quello di tagliare drasticamente la spesa improduttiva per eccellenza per liberare risorse da destinare ai servizi, ma l'incognita principale è rappresentata dalla difficoltà di coordinare la ristrutturazione di migliaia di contratti sparsi fra 8mila Comuni soprattutto piccoli e medi. Per questa ragione le regole attuative, da scrivere in un decreto del Governo già in cantiere, dovrebbero prevedere un forte coordinamento da parte del Mef su tutte le operazioni, fornendo le necessarie indicazioni ai comuni e definendo, quindi, caso per caso la strada da percorrere fra rinegoziazione, ristrutturazione ed estinzione anticipata.

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